La mia prima ragazza è stata una ragazzina di Roma, biondina come piace a me e con due occhi verdi da far paura. Ero un bambino, nell'età della pubertà
avanzata per cui non ricordo certo di averle dato un bacio, ma di averla
amata tanto da stare male. Ricordo che aspettavo con il cuore a mille quel
momento nel quale le reciproche madri, amiche da tempo, ci portavano in una specie di giardino estivo con juxe-box, dove su una pedana potevamo ballare stretti i ritmi di allora, quelli fatidici degli anni '70. Ricordo anche che
mi piaceva tanto quel suo ancheggiare tenero che una volta per farmi notare
di più, le versai della sabbia nel costumino: il risultato fu due denti saltati e le mamme rispettive che stettero per due ore a litigare sulla spiaggia per una stupida attribuzione di colpe. Il ricordo più bello appartiene a quando facemmo tutti pace e mi ritrovai a camminare sulla spiaggia con lei, mano alla mano, mentre una luce sontuosa accarezzava i sospiri di una adolescenza che si avviava al tramonto insieme al sole. Il ricordo più brutto appartiene invece a quando l'ho rivista, per puro caso, nella piazza dello stesso luogo di villeggiatura, circa quindici anni dopo, riversa in una auto di lusso mentre fumava hascish. Quegli occhi scavati, la luce spenta dei suoi occhi ed il ritmo evidente dei movimenti di una donna che non aveva certo indovinato la sua strada, mi sembrarono una violenza nei miei stessi confronti. Era una violenza di questa esistenza nei confronti di una favola che si chiama giovinezza, un danno che viene perpetrato maggiormente quando il soggetto è candido e debole con la vita, cosa che era successo come mi fu detto, quando lei si era innammorata di una persona che faceva uso di stupefacenti, tanto da cadere lei stessa nel medesimo baratro.
Da allora non l'ho più rivista ma so con certezza che nel corso della nostra
vita si percorrono delle strade e non sempre quelle che ci indicano i grandi,
sono le migliori. La strada matura forse è la più saccente, è la più
razionale e doverosa, ma priva di quei sentimenti profondi più della terra
che poi ci condizionano per sempre. Una vibrazione di una paradiso perduto,
che al cospetto di tante sofferenze e contraddizioni, costituisce la
sollecitazione determinante per delle scelte sbagliate. La droga è anche un
mezzo con il quale si cerca di fuggire dalla vita, ma quando si distrugge la
bellezza e la purezza si dovrebbe capire che è una fuga sbagliata, come
un'amore perduto.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo