Bruno Russo- MA QUALI LIBERALIZZAZIONI? ( da 'Il Secolo' del 16/09/06 pag. 14 )
Se Palazzo Chigi aveva un piano per creare una sorta di ‘nuovo Iri’, vuol dire che Prodi aveva una ‘concurrence’ di elevato rango nella faccenda perché il suo ruolo poteva solo servire ad una cosa: dare consigli in materia economica, visto che il professore è senza dubbio preparatissimo in materia. Il piano di scorporo della azienda Telecom, potrà pure essere stato preparato da un consigliere del Presidente del Consiglio, ma il suo imbarazzo e la sua fretta di sottolineare di ‘aver fatto tutto da solo’ si ritorce proprio contro il premier. Infatti due sono le cose, o Prodi si circonda di ‘squali’ che dopo lo scorporo del gruppo, potevano soccorrere l’azienda attraverso le banche per fare entrare lo Stato nell’azionarato, oppure il premier stesso si è fatto portavoce silente di una competenza che lo mette davvero in una luce preoccupante. Comunque siano andate le cose resta una certezza: la politica dell’Ulivo è ben lontana dalle liberalizzazioni e dalla democrazia diretta, perché sottilmente cerca di convogliare tutto ciò che non si può reggere da solo, sotto l’egida economica statalista, che ricorda i metodi del comunismo antico. Da un certo punto di vista, invece, fa piacere che nel tempo, questa variabile che è tanto nemica quanto amica, si sta svelando la vera natura dell’impianto ulivista messo su dalla sinistra: un impianto che per nascondere i vari problemi di manutenzione, prima o poi scoppia e rivela tutte le sue componenti che non funzionavano, ma che sono state ugualmente utilizzate solo per rafforzare lo Stato.
Bruno Russo Fonte: Bruno Russo
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