Potrà essere nobile quanto si vuole, ma difendere il proprio partito
dichiarando come migliore linea quella di negare tutto, mi ricorda i metodi
informativi adoperati in passato dalla ex Republica Sovietica: qualsiasi
cosa accadesse il motto del Cremlino era silenzio essoluto e negare ogni
fatto. Ora D'Alema che cerca in questo modo di negare una evidenza, denuncia
persino che alla base di tutto esiste una campagna a comando, ovvero con un
direttore d'orchestra che dirige le danze, con l'unico scopo di indebolire
il partito della quercia. E' ridicola prendersela con ipotesi di cause
politiche e mediatiche risalenti al premier, perchè non esistono, anzi, lo
stesso Presidente del Consiglio sa bene, che infierire sull'avversario che
mai come ora sta in evidente difficoltà non gli potrà mai giovare come
onorabilità politica e, per l'appunto, successo mediatico. I soliti delatori
della verità somma, insomma, si slanciano con accuse e minacce proprio a
quegli onesti mezzi di informazione che hanno denunciato le telefonate tra
Fassino e Consorte. Dal momento che cambiando l'ordine degli addendi il
prodotto non cambia, resta l'evidente realtà di un illecito perpetrato da
una parte politica a danno proprio di tutti quei cittadini, ai quali in
campagna elettorale ci si rivolge con quelle parole ipocrite come onestà,
credibilità e professionalità. La gente ama la verità e il minimo che i
leader coinvolti nel tifone possono fare, è assicurare che nel momento in
cui le stanze del palazzo si sono sporcate di melma si faccia in gruppo una
forza per rendere i locali nuovamente puliti, invece niente. Negare tutto
non è nobile, perchè anche il più piccolo virus nella storia degli
intrallazzi economici, può costituire nel futuro una indomabile malattia per
la democrazia. Quella stessa democrazia che, a torto come sempre, i leader
dell'Unione vedono negata nella ricerca somma della chiarezza da parte degli
inquirenti. La destra ha qualcosa da insegnare in merito e gli Italiani non
se ne scorderanno perchè ciò è un amore ritrovato.

Bruno Russo