Prima di considerare nel menu delle scelte di una vita l'opzione "separazione/divorzio", inviterei a misurare le proprie condizioni morali, psicologiche , materiali e fisiche e poi affrontare una esperienza che non è uno scherzo; indipendentemente dalla bellezza e disponibilità
dell'amante. Una tale scelta equivale ad aprire una finestra chiusa, sulla quale per anni hanno gravato tanti massi, ma una volta che questi
sono liberi di entrare nella stanza della tua vita la travolgono con mille storture. Si viene a contatto con la brutalità delle situazioni
combattute, condite da sentenze della cassazione che sembrano porre in secondo luogo la paternità. Meglio crogiolarsi nella situazione pendente di due relazioni, se uno ci può riuscire ovviamente. La società di oggi non si basa più sulla famiglia come un tempo, ma mi fanno tristezza quei padri che dopo aver perso tutto quello che è stato investito moralmente e materialmente nel matrimonio, si trovano come cani randagi negli angoli delle strade, ad aspettare l'ora di aria del condannato, nella quale poter vedere nientedimeno che i propri figli, oppure a spiare, una volta pentiti, la moglie per vedere se esce con un altro. I figli poi, si sa, sono le vere vittime di queste situazioni perchè si trovano combattuti tra una ricchezza sofferta che nasce da un dolore profondo che è l'impossibilità di correre da un padre e una ricchezza relativa che nasce nell'abbandonarsi alla soluzione più comoda, che è quella assegnata dai tribunali, allontanandosi dalla figura
paterna. Magari cerchiamo di non lamentarci in futuro delle nostre scelte perchè quando sono pilotate dalla sensualità di un'amante sono solo trappole. Il matrimonio di contro e lo si sà, non è una cosa facile; un prete una volta mi disse: "il matrimonio è una croce, oggi la donna spesso l'abbandona sul ciglio di una strada, ma noi uomini spessissimo passiamo e ci mettiamo la benzina sopra". Questa frase da sola riassume l'esperienza di una separazione (che statisticamente richiede la donna) ed il divorzio ( che poi statisticamente chiede l'uomo ) . Non desidero scoraggiare la passione ma incoraggiare la conoscenza e la sapienza che sta alla base di una buona scelta, se scegliere si vuole; del resto l'amore non si impone, ma si sceglie. La libertà nella scelta è una condizione umana fondamentale per instaurare un rapporto felice d'amore reciproco. Se viene a mancare questa libertà di scelta, non c'è amore. L'amore c'è quando c'è l'esperienza della libertà, la reciprocità della libertà. In definitiva non credo che se si lascia passare il tempo in queste situazioni, si rischia
di trovarsi niente in mano, perchè almeno si può assicurare a tutte le persone che fanno parte della telenovelas un pò di respiro: le attese
spesso fanno male in politica ma nei sentimenti aiutano a fare chiarezza. Ma già porsi un problema è una cosa positiva, perchè se uno si sente nel giusto ed a posto con la coscienza durante il proprio cammino e la propria esperienza, vuol dire sovente che il cammino di recupero di determinati valori che rendono equilibrata la propria vita, non è neanche iniziato.
Fonte: Bruno Russo