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03/04/2006 CULTURA  
Bruno Russo- ANGELI IN SCENA
Gli angeli di Forcella è un progetto che nasce anni fa, grazie alla scuola
di recitazione del Teatro Bracco diretta proprio da velia Magno, ma spinta
dall'amore di Cateriana De Sanctis che è anche l'interprete canora del
repertorio napoletano insieme a Giada Caliendo, già diva sanremese a 15
anni con il suo terzo posto. A loro si è aggiunta l'esilarante voce di
Antonello Rondi, un'armonia che si erge dalla platea e si trasferisce in un
mondo canoro lontano, quello del Festival della Canzone Napoletana, un
pianeta poco celebrato se non in qualche programma da operetta delle reti
televisive. E' un musical che si svolge tra i vicoli ed il commissariato,
tra l'anima e la periferia del cuore, tra i problemi di una città
problematica e l'incomprensione di un commisssario del nord ( Fabio Brescia
) che rappresenta l'autorità, le regole, spesso distanti dallo spirito di
un popolo, che lotta tra la voglia di riscatto e l'impossibilità di
risolvere i problemi se non contravvenendo alle regole. L'impareggibile
parte canora, filata attraverso le musiche di Gianfranco Caliendo, le
coreografie di Stefania Schiano Di Cola, la scenografiua di Tonino Di Ronza
e i costumi di Maria Pennnacchio, viene affiancata e completata da Enzo
Arciello, Tony Sposito, Gabriella Cerino, Diego Sanchez, Andrea Carotenuto.
Ma su tutti si evidenzia la pennellata di comicità e spensieratezza sulle
tragedie, portata da Rosario Verde che con le sue battutte 'stende'
letteralmnete il pubblico. La figura di 'Violetta', femminiello napoletano,
ormai classica nel teatro partenopeo, conferisce una sottile venatura di
tenerezza e di forzata leggiadria che nasce ancor più ironica in mezzo al
degrado ed alla rozzazza dei quartieri più malfamati. La storia è la
affannosa ricerca di riscatto attraverso l'organizzazione di una joint
venture canora tra legge e fuorilegge, organizzata dalla umanità di Mara
Solis ( Caterina De Santis ) che cercherà fino alla vittoria finale di
convincere il commissario Lambiati ( Fabio Brescia ) che la delinquenza è
un'arma che spesso non scegliamo ma ci viene data fra le mani per la
difesa della vita stessa. Così Ferdinando 'O Barone ( Antonello Rondi )
potrà vedere salvo 'O biondino', il figlio, dalla strada, grazie
all'umanità ritrovata del commissario. Particolarmente in risalto anche la
figura del Direttore del carcere Caronte ( Enzo Arciello ) che come il noto
traghettatore di anime dall'inferno al paradiso, cita delle frasi che si
distaccano dalla scena e sembrano invadere le coscienze, rappresentando
proprio quella sorta di purgatorio che permette di vedere meglio il futuro.

Bruno Russo.
Fonte: Bruno Russo
 

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