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27/06/2005 CULTURA  
Bruno Russo- IL RAZZISMO
Razzismo è una parola comune il cui termine è associato ad una serie di avvenimenti che hanno interesato soprattutto gli ultimi due secoli, benchè si può dire altresi che i pregiudizi e le idee razziali siano stati una costante della storia umana fin dalle origini. Pare che risalendo ai primitivi invasori dell'India, si ritroverebbe una loro personale accettazione con il termine di Ayrial["Signori"], ovvero esseri superiori in contrapposizione ai popoli loro sottomessi, giustificando la stessa superiorità etnica come espressione del loro predominio politico-militare). Quindi pur essendo presente da sempre è solo recentemente stato associato ad una teoria organica che riconosce addirittura un movimento organizzato che affonda le sue radici nel nascente nazionalismo europeo della seconda metà del xix sec. Pare che sia stato, infatti, il francese J. A. Gobineau (Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane, 1853-1855), che per la prima volta lesse la storia intera adoperando come chiave di lettura la tesi della necessaria supremazia della razza bianca pura, o razza ariana. Questa venne identificata con i "Germani" in senso lato ed estetico in quanto questi tratti corrispondevano agli uomini biondi e dolicocefali, del Nord della Francia, del Belgio e delle Isole Britanniche. Quindi la prima comparsa di una teoria razzista fu esplicata a sfondo aristocratico piuttosto che nazionalistico, in quanto si voleva affermare soprattutto la superiorità della nobiltà, contro la borghesia e il popolo. Questa teoria restò orfana nella terra che le aveva dato origine, la Francia per l'appunto, ma trovò larghi proseliti proprio in Germania (H. S. Chamberlain), ove si identificò il mito dell'arianesimo con la supposta superiorità della razza germanica comprendente i Tedeschi ed i popoli dell'Europa del Nord. Questo si integrò con gli altri spiriti teutonici ed andò a formare il cosiddetto pangermanesimo. La letteratura razzista pompata dalle teorie scientifiche di F. Galton e K. Pearson, ebbe generalmente carattere antiliberale, imperialistico e antisemita. I princìpi fondamentali della dottrina enunciati nel Mein Kampf di Hitler, vennero elaborati da A. Rosenberg nel Mito del XX secolo (1930), dove, interpretando la storia come una eterna lotta tra la razza creatrice di cultura e le razze inferiori dell'umanità, come quella ebraica, veniva iniziato il primato esclusivo della razza ariana . Tutto questo può essere vagamente noto ma è chiaro che oggi nei popoli più evoluti e che sono comunque passati per la tristezza della discriminazione e della schiavitù, tale concetto essendo fondamentalmente nato con gli imperi resta, almeno dal punto di vista storico, si voglia o meno, un fenomeno prettamente europeo. La realtà che vediamo oggi lo dimostra, perchè al di là delle lotte per l'haparthaid o per la liberazione delle schiavitù in genere, è in Europa che l'immagine della persona di colore o di fede religiosa diversa od altro che possa rappresentare un fenomeno di disgregazione sociale, è solo nelle Americhe che la situazione addirittura si rivolta, conferendo all'immagine delle persone differenti da noi una professionalità ed una preparazione che noi certe volte ci possiamo anche sognare.

Bruno Russo.

Fonte: Bruno Russo
 

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