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14/01/2006 CULTURA  
Bruno Russo- EQUITAZIONE DI MONTAGNA ( da ' Libero ' del 14/01/06 pag. 17 )
Riguardo l'equitazione di campagna stigmatizzata in un recente articolo, mi permetto di replicare che essa mi ricorda solo il giorno che per seguire una avvenente ragazzina con il caschetto biondo e gli occhi scuri, la accompagnai per le campagne abruzzesi alla ricerca disperata di una maneggio dove soddisfare la sua passione. Arrivammo nei pressi di un famoso lago attorno al quale un circolo locale organizzava dei corsi di equitazione sia per principianti che per esperti: non ero assolutamente impaurito dalla prova, un pò perchè per una donna si fanno cose assurde ad occhi chiusi ed un pò perchè credevo di farmi una comoda passeggiata guidato da una persona calorosa ed esperta. Chiaramente non avvenne nulla di tutto ciò ed io non conoscevo neanche il significato dei vari tipi di andamento dell'animale, anche perchè la parola ' trotto ' mi sembrava il sinonimo di andamento lento e ritmato ed ovviamente non feci nulla per apparire incerto sull'argomento: il risultato fu che quando l'amico equino iniziò a farmi sobbalzare sulla sella come una pallina da ping-pong, io credetti di andare da un momento all'altro ad acciuffare mio malgrado qualche trota in quelle acque sempre più vicine. La ragazza dei miei sogni che in quei dolci frangenti divennero incubi, mi precedeva ovviamente di molto e si girò qualche volta per osservare divertita il mio molleggiamento che poteva fare invidia non solo a Celentano ma anche ad un globe-trotter. Non vedevo l'ora che quel fantastico tour intorno al lago cessasse definitivamente, anche perchè per calmare il cavallino che sembrava piuttosto nervoso, oltre alle parole ci avevo messo anche le carezze ma senza nessun risultato. Ad un certo punto la musica cambiò ed il cavallo iniziò una corsa frenetica : evidentemente è proprio vero che gli animali si accorgono quando una persona li teme ed iniziano a non sopportarla più. La mia amica che aveva causato la tracotante prova fu dribblata dal mio destriero mentre io, convinto ancora di poter fare bella figura, mostrai girandomi i trentadue denti sorridendo tranne i quattro del giudizio che evidentemente non avevano fatto il loro effetto. Speravo tanto di essere catapultato in un cespuglio che vedevo avvicinarsi sempre di più ma invece l'epilogo fu costituito da un raptus di sete che impose al mio cavallo di fermarsi e scendere in quelle acque ghiacciate a soddisfare il suo gargarozzo. A quel punto fui io che mi lasciai andare cadendo nel lago tra le risate della mia amata che era sopraggiunta a divertìrsi ancora un pò. Non ho rimediato un cimurro cronico da quella esperienza ma la convinzione che noi uomini siamo talvolta con le donne come dei brocchi che per fingere di correre come un cavallo, abbassano la testa e gli occhi finendo per non accorgersi di niente e fare molti guai. Non ho più assecondato la passione della mia amica, non perchè non è più diventata la mia ragazza, ma perchè come alternativa mi propose di fare in una baita nel parco protetto, il cosiddetto appostamento all'orso per tutta la notte. Auguro a chi avrà la fortuna di conquistare il cuore della mia ex-amata, di considerare che una donna non va mai conquistata con l'assecondamento ma con il frustino visto che talvolta si comporta come un destriero selvaggio che soffre quando viene chiusa nei recinti della vita.

Bruno Russo

Fonte: Bruno Russo
 

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