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12/01/2006 CULTURA  
Bruno Russo- CAPIRE IL SUDORE ( da 'Libero' del 12/01/06 pag. 17 )
Emozioni, momenti indimenticabile che caratterizzavano una nascita e poi i primi vagiti di un corpicino che sembrava essere stato rapito ad un universo parallelo, due acchietti azzurri che ridevano come se fosse lei la più furba del mondo, una tenerezza infinita che si esprimeva in quel rossore contratto con forza inaudita che caratterizzava le prime pupù nel proprio pannolino, i battiti di cuore in punta di piedi per andare a vedere se mia figlia dormiva: appena nata ero io il padrone del mondo, mentre riprendevo quelle scene con la telecamerea per lasciare una traccia, per condividere le emozioni vissute anche con chi non c'era. Alcune di queste pagine di memoria, trascritte di getto, con la musica della sua vocina e quei giochi di fantasia che architettavo per tenerla impegnata ed impararle qualche cosina, sono diventate un grande diario vivente ed a più voci, dal momento che quel rapporto particolare è stato spezzato nel momento in cui, mio malgrado, la mia consorte ha deciso di separarsi e di affidare i diritti di un padre ai cori stonati degli avvocati che addensano quelle aule tetre e ammuffite dei tribunali. Questo è stato il primo passo verso la realizzazione di un vero e proprio processo di distruzione di una struttura che si chiama famiglia, ma che in realtà è legata a mille vincoli e trappole materiali non appena quell'amore che ha unito, diventa sopportazione e poi asfissia. Invocando mille diritti mai scritti o mai rispettati ho iniziato la mia scalata al successo delle tasche di questi maestri di diritto, che si comportano come quei chirurghi che per vedere migliaia di corpi squartati, non si emozionano più davanti a nulla. La diatriba vissuta non val la pena di diffonderla perchè non vuole essere questo uno sfogo, ma il ricordo di una frase che dicevo a mia moglie ' credo che un padre abbia il diritto primo di sentire e partecipare di notte al sudore della propria figlia ' , perchè si diventa estranei anche con poco: basta eliminate la presenza, la partecipazione al quotidiano, quel noioso tran tran che costituisce invece il cibo dell'amore, si digerisce certe volte difficilmente perchè è pesante, ma rappresenta l'unico modo per ingrandire e rendere più maturo quel meraviglioso sentimento che ha reso possibile la crazione di due gambettine che si muovono frettolose per raggiungere i cartoni che stanno per iniziare in tv. Mi sono così trovato davanti a giudici che piuttosto compenetrarsi in quella umana tragedia preferivano guardare le avvenenti gambe che fuoriuscivano dalla minigonna della segretaria dell'avvocato della parte avversa. Per questo ho avuto il presagio che nuessuno in realtà potesse capire quel bisogno di sentire il sudore, di vivere accanto respirando la sua aria, non per torgliela ma per condividerne l'esperienza ed aiutarla a carpirla meglio nell'intelletto che va a formarsi. Non so quale mondo avremo in futuro con tutti questi orfani con genitori vivi, mi auguro almeno che essi non diventino mai avvocati ma primi attori della propria vita, perchè come disse Jim Morrison ' non bisogna accontentarsi dell'orizzonte, ma cercare l'infinito ', ed io aggiungerei ' specialmente quando la sofferenza ci ha impedito di vedere e di annusare il proprio amore'.

Bruno Russo


Fonte: Bruno Russo
 

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