WebMail

29 Marzo 2024 - 08:49

home articoli cultura giornali contattaci guestbook links ultimissime
Google
Bruno Russo- [ EVENTI ] VOLA E VA ( da "Il ROMA" del 26/02/2011 pag. 11 )
VOLA E VA’ CON GAETANO CERRITO Gaetano Cerrito è il guidatore di una macchina speciale, che corre sulle strade a percorrenza limitata che conducono a...
[ EVENTI ] QUANDO LA POESIA E’INCONTRO DI CULTURA E SOLIDARIETA’ ( da "Il ROMA" DEL 12/01/2011 pag. 12 ).
Cosa c’entra la poesia e le nuvole, con un condimento particolare come l’aglio? Ce l’ha spiegato il poeta italo-argentino Carlos Sanchez, condividendo...
Bruno Russo- [ EVENTI ] I MIEI PRIMI 40 ANNI ( da "il ROMA" del 12/01/2011 pag. 23 )
Napoli sta cambiando, almeno in questo: sta presentando una cultura del ritrovo giovanile, che considerati i coprifuochi di varie zone della collina ...
15/09/2008 ARTICOLI.  
Bruno Russo- LA FINANZA AGEVOLE( da "Il ROMA' del 05/09/08 pag. 22 )
Sembra una parola arcaica e di difficile comprensione, ma la “finanza agevole” è una terminologia che si usa tra alcuni analisti economici per definire le potenzialità che possono scaturire, se si attua una sinergia di impresa, per mezzo di una serie di accordi tra diverse Spa. Una possibilità del genere, pur sembrando un fondamento della globalizzazione, in realtà è una sua derivata prima, perché viene considerata attiva solo se accompagnata da uno stato interno di pacificazione nazionale civile e politica, che è premessa per la riuscita degli intenti. Le assemblee di queste società, per esempio vengono seguite e adoperate da controllori come Bruxelles, per monitorare e misurare la stessa SpA assunta come campione di misura dello stato di salute economico del nostro Paese. Ma attenzione, per alcune di esse la necessità di riforme è necessaria. Non lo è per una questione di ricambio istituzionale, oppure per un adeguamento ai tempi e ai metodi internazionali; è un modo reale per non dimostrare delle discrepanze rilevanti. Parliamo infatti di quelle realtà che fanno parte dei comprensori più a rischio, e ne sono molte di diversa sostanza, legate tutte a un tipo di contratto, non più adeguato alla crescita delle categorie che vi sono comprese e che necessita di un rapido miglioramento, con stretto riferimento alla mancanza di cooperazione della sinistra nel migliorare la legge Biagi. Se ciò fosse avvenuto, si sarebbe elevato il potenziale tecnologico e innovativo con una legge costante, cioè senza scossoni e cadute, dando la spinta decisiva ai mercati finanziari. Nelle sporadiche occasioni in cui ciò è avvenuto, il Financial Times, autorevole quotidiano londinese mai tenero con l’Italia, ha riconosciuto la crescita e le vittorie indiscutibili di vari compartimenti industriali del nostro Paese. A queste vanno poi aggiunte, le voragini che si aprono proprio per l’assenza di puntualità in quelle occasioni politiche, che gli esteri da sempre si aspettavano da noi e che i politici trascorsi del centrosinistra hanno “puntualmente” disatteso. Le azioni nei mercati relative all’industria, subiscono per questo degli scossoni rilevanti, risentendo della mancanza di una inadeguata preparazione economica nel Paese, capace di riempire i vuoti e soprattutto assicurare le uniche cose necessarie, che non possono restare al palo dei piani programmatici delle stesse: la qualità e la sicurezza. Ma la qualità costa e spesso i costi delle perdite industriali non sono irrilevanti rispetto al compito totale delle entrate. Se non si rende agevole la finanza , con metodi vicini alle riforme, non si potranno, non dico sbloccare, ma almeno “pianificare” con rigorosa esattezza di indirizzo e reperibilità successiva, la moltitudine di soldi che richiedono i finanziamenti e che poi spariscono nel nulla. Essi da soli, potrebbero rallentare la velocità vorticosa che molte aziende si sono date per rispettare i contratti. Al nord si dà poco credito in questo, perché molti credono che esista ancora la diaspora risorgimentale, ma non è così. Il nord stesso del Paese ha sempre e con ragione, richiamato la politica a stabilire dei canali monitorati per il denaro che viene stanziato per il sud: molte regole sono contenute all’interno della cosiddetta deregulation. A dire il vero un provvedimento del genere, una volta a regime cozzerebbe fortemente con gli interessi non trasparenti esistenti in molte realtà locali del sud. Per tal motivo quando nacque, la deregulation fu accusata di essere razzismo economico nei confronti del sud. Ma le cose non stanno così. Si eviterebbe alle gradi aziende che risentono degli esigui finanziamenti per la ricerca e per l’innovazione, di godere dell’acqua alta creata dal risanamento dei bilanci regionali, per navigare in acque più tranquille, incrementando proprio una risposta attesa in materia economica, proporzionalmente ai successi tecnologici. (IN FOTO: E. RIEBEN _)


Bruno Russo

Fonte: Bruno Russo
 

Torna alle news della categoria "ARTICOLI."
Torna alla pagina delle news

Sito Online di Euweb