“Napule è na’ cammenata”, le parole di una nota canzone di Pino Daniele
non sono applicabili alla realtà di un manto stradale che ormai è
conforme solo alle caratteristiche delle groviere, se queste ultime si
ottengono dai formaggi in formatura inserendo dei gas opportuni
all’interno della forma, ed aspettando che l’espansione generi l’effetto
voluto. A Napoli ci sono buche dappertutto e non so quando qualcuno si
deciderà di avere il coraggio di indire una petizione pubblica con
raccolta di firme, atta a chiedere un indennizzo all’amministrazione per i
danni alle proprie macchine, i cui semiassi, ganasce, dischi dei freni ed
altre pietanze, vengono usurate in breve tempo. A Viale Raffaello al
Vomero per fare un esempio, la strada se ne è addirittura scesa e per
livellare il gradino conseguente , autentico motivo di urto del pianale
delle autovetture, ci hanno buttato del terriccio con aumento del
dissesto: il problema è che si demanda alle autorità condominiali la
risoluzione della questione, che spetterebbe invece al proprietario della
strada e cioè il comune di Napoli. Le camminate a Napoli sono pericolose,
per non parlare di un cittadino in vista che è caduto in una grande buca
di Via Massimo Stanzione durante un nubifragio e, una volta trasportato
all’ospedale, vi è deceduto in poco tempo. Molte cose non vengono fatte
nemmeno risaltare sui media e qui ci sarebbe tanto da dire, ma resta il
fatto che la malasanità è figlia di tutti i dissesti della nostra città: i
medici e gli infermieri sono impreparati alla gestione dell’imprevisto,
perché l’affollamento delle corsie è l’indisponibilità
dell’amministrazione a cacciare soldi per nuovi ospedali o meglio per la
ristrutturazione delle aree ospedaliere chiuse dopo il terremote e mai più
aperte. Se non ci va il guidatore dell’autoveicolo all’ospedale, ci va
l’autovettura, con il favore di molti abili meccanici e carrozzieri
d’auto, che si fanno pagare a peso d’oro la propria prestazione che
diventa a volte, mero miracolo. E’ tanto conclamata la cosa , che molte
rivendite d’auto sottolineano la propria qualità ( e elevatura dei costi )
consistente nella provenienza delle auto dall’alta Italia, dove le strade
sono messe meglio: ci avete mai fatto caso che invece a Napoli le vetture
sono tutte ammaccate e piene di graffi? La qualità di una amministrazione
si vede anche dallo stato di un manto stradale: è chiaro che i loro
percorsi sono alternativi, lontani dal cuore della città che pulsa
impaziente. Napoli è un cantiere non una città, immerso tra resti
archeologici e vuoti che inghiottono come un appetito famelico: si ha
l’impressione che le strade siano un immenso manto pneumatico, dove per
ogni sanpietrino divelto, si rischia di grosso. Se la gente non se ne
importa di costruire sulle pendici del vesuvio, dove ogni calcolo di
gittata lavica non può giustificare l’elevata presenza di case e ville di
ogni specie, come si vuole attiva la coscienza di non creare gradini di
cemento o pietrisco dove si vanno a infrangere gomme o semplici piedi?
Evidentemente la rapida camminata di Pino Daniele la si può ottenere in
estate quando tutti se ne vanno nelle località di villeggiatura e Napoli
si percorre da Posillipo al Vomero, in dieci minuti, o in ogni stagione se
ad andarsene fossero in due, ridando la voce ad un popolo indignato che
non si sente né padrone né tutelato nel calpestio del suolo proprio..
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo