Riprendendo molte delle valutazioni del passato sulla necessità di rinnovare il sindacato, attraverso realtà conclamate che si vanno rafforzando all'interno delle strutture delle forze dei lavoratori, è chiaro che esse non sono più configurabili con quelle dei partiti . Allo stesso tempo, una volta posta la lotta di classe nella naftalina, si deve rilevare che la fabbrica come sede dello stesso scontro non esiste più. La FISMIC è l'unica rappresentazione dei lavoratori, che ha ribadito che ciò significa che alla contrapposizione del passato si deve sostituire la compartecipazione come restituzione, dell'interesse comune che nella fabbrica si deve realizzare tra lavoratori e padronato. Conciliare gli interessi del capitale, è una parola che non può appartenere all'ottocento ma alla comune condivisione delle finalità dell'impresa in un contesto di alta dinamicità ove le fermate prolungate sono una paresi di tutto il mondo lavorativo. La salvaguardia degli interessi collettivi viene da una adeguata combinazione dei fattori produttivi, che devono al meglio ottimizzare il rapporto diritti/prodotto in funzione delle aspettative reali del momento. Questo modo nuovo e moderno di concepire le cose diventa chiaro e praticabile, quando il mondo imprenditoriale parteciperà a tale stima, escludendo tutte le egemonie culturali e politiche, che essendo vincolate alla loro ideologia non possono farsi carico della dialettica del cambiamento . Sono questi gli ostacoli che caratterizzano una contrattazione come mera rappresentazione di un rapporto di forza, il cui riferimento alla politica ed alle sue influenze è la base degli errori. Non è un modello nuovo svincolato dalla politica, ma un nuovo modo di concepire i rapporti esente dalle indicazioni, che poi si trasformano in "ordini", funzione alle necessità dei partiti politici . Il vecchio concetto del rapporto di forza, inoltre, nell'evoluzione stassa del mondo lavorativo, è diventata una strategia che fa comodo prima prima, alle aziende stesse, che sono le prime ad essere per necessità legate alla politica e vincolata ai suoi umori. I rapporti di forza servono , in questo caso, come leva del padronato per aumentare la sua forza specialmente se derivante tra accordi consociativisti tra i capi dellle forze del lavoro e quelle deil'azienda. Non si può in sostanza arrapicarsi sempre sui muri per scoraggiare chi è economicamente più debole, ma realizzare un fronte comune per non perdere tempo nelle tattiche di miglioramenro continuo, che alla fine va bene solo per pochi-
In questo modo il sindacato funge da "cuscinetto" tra i lavoratori e le aziende, per marciare ad una comune realizzazione di intenti . Quindi è come un terzo braccio del lavoratore, sicuramente più lungo perchè permette di arrivare fino al punto ove le necessità e particolarità del lavoro, prendono origine decisionale.
Il ruolo del nostro Paese è altamente competitivo, non solo in una società globale dove la macchina comprende tutto e per questo va più veloce, ma anche per i successi della nostra industria soprattutto in campo metalmeccanico, automobilistico e aeronautico, che hanno imposto ritmi altamente dinamici per conformare a veritò, i riconoscimenti esteri, in campo tecnologico innovativo.
In tutto l'ambito discusso, la priorità dell'autonomia sindacale assume una importanza fondamentale perchè il crollo delle ideologie, che non è una valutazione ma una registrazione di eventi, deve portare non a una corporativistica comunanza di interessi ma ad un'adeguamento del rapporto di lavoro a quelle forme che meglio interpretano il cambiamento dell'individuo nel nuovo secolo; una mutazione umana che ha bisogno di solidarietà individuale più di 20 euro lorde di aumento contrattuale svolto con una forza politica, che esprime ancora quei gesti con la mano corta che significano a mero interesse economico. Occorre in sintesi raccogliere con una mano più lunga il ventaglio delle esigenze che possono imporre una necessità da applicare senza assoluta perdita di tempo. La ragione di questa assenza, infatti si trova nel fatto che l'attenzione singola costa, da molti punti di vista, mentre l'avanzamento di un calderone allineato alle sostanze della politica che non ritorna, svolge una dinamica migliore se rispondente ai requisiti degli accordi avvenuti dopo le contrattazioni, che assomigliano tanto ai bracci di ferro della politica.
Il ruolo della FISMIC nella costituzione del nuovo sindacato industriale è fondamentale, perchè essa coniuga apertura e flessibilità nelle impostazioni decisionali, data l'esperienza di sindacato autonomo industriale di stampo non corporativo, svincolato dai padronaggi politici.
E' evidente infatti che nel tempo il "padrone da sconfiggere" non sia stato più quello aziendale ma quello politico che coalizza le decisioni per una intromissione sempre maggiore dello statalismo all'interno delle realtà lavorative. Non possono essere in questo contesto, però, altresì valide, quelle strategie di avvicinamento con un orizzonde confederale di vecchio stampo e con una ipotetica unione o alleanza startegica, se non occasionale.

Bruno Russo