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14/01/2008 ARTICOLI  
Achille della Ragione- SULLA PROVOCAZIONE E SU CAINO E ABELE
La provocazione di Giuliano Ferrara che, in concomitanza dell’approvazione da parte dell’Onu di una moratoria sulla pena di morte, ha proposto una sosta di meditazione anche sull’aborto, accompagnata da un salutare digiuno di protesta, non ha avuto da parte dei mass media l’attenzione che meritava. Come si può gridare che nessuno tocchi Caino, mentre si persevera nel legalizzare l’eliminazione di tanti Abele? Come si può continuare ad ignorare ed a tacere?
Probabilmente i giornali, oramai asserviti al potere, temevano di provocare ulteriori difficoltà al governo, da tempo in coma irreversibile, aprendo un dibattito sulla legge 194 da sempre argomento di dissidio tra laici e cattolici.
Giuliano Ferrara ha più nemici che amici, anche se tutti gli riconoscono un’intelligenza ed una cultura fuori del comune, al di là della mole è senza dubbio un gigante solitario in uno scenario frequentato da nani. Chi lo conosce bene sa che il suo animo è generoso e pregno di una sensibilità leopardiana, che gli permette di apprezzare la fragilità della vita e la vanità dell’esistenza. Quando comincia una battaglia si comporta con la stessa irruenza di un cavaliere medioevale, adoperando la forza delle idee e non quella dei muscoli.
Egli ha sottolineato l’assurdità di una battaglia a difesa della vita di un pluriomicida pericoloso, mentre milioni di innocenti, che hanno la sola colpa di essere non desiderati, vengono eliminati ogni anno senza pietà.
Il suo scontro televisivo con Pannella è stato memorabile: da un lato il vecchio digiunatore dalla mente annebbiata, che farneticava frasi senza senso e senza costrutto, dall’altro lo stringente ragionamento di Ferrara dalla logica spietata, che chiedendo provocatoriamente una moratoria sull’aborto, metteva in crisi il falso moralismo dei laici e la penosa ipocrisia del pensiero postkantiano.
Non bisogna aver paura di parlare e qualche considerazione voglio farla anche io nella veste di addetto al settore da oltre 35 anni, più volte colpito ma non ancora abbattuto, sempre in prima linea, e non nella comoda retroguardia dalla quale pontificano politici, opinionisti, medici e bioetici.
La legge italiana è tra le più permissive del mondo e prevede la possibilità dell’aborto in qualsiasi momento della gestazione ove mai “siano accertate malformazioni del nascituro che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”(art 6). Ciò significa che l’interruzione in teoria potrebbe essere attuata anche al nono mese di gestazione, ma in questo caso il termine più adatto è, senza ombra di dubbio, quello di infanticidio. Stabilire categoricamente un termine ultimo mi pare assolutamente necessario, soprattutto alla luce degli sviluppi delle tecniche di rianimazione, che permettono agevolmente di tenere in vita un feto di 22 - 23 settimane
Negli anni Settanta, quando fu varata la legge in Italia ed in molte altre nazioni europee, il problema demografico era assillante, mentre ora la crescita delle popolazioni occidentali è ampiamente deficitaria per cui bisogna porre in atto con urgenza dei validi correttivi, pena il tracollo della nostra civiltà nell’arco di 2 – 3 generazioni.
Bisogna garantire una presenza paritaria nei consultori di operatori laici e cattolici, affinché l’interruzione non sia la scelta obbligata, garantendo fondi al movimento per la vita ed ai centri di assistenza che sconsigliano il ricorso all’aborto.
Le tecniche di interruzione farmacologica della gravidanza sono una realtà attuata in tutto il mondo salvo in Italia e la 194 dovrebbe accogliere e codificare una metodica ben accetta dalle donne.
E vorrei completare queste brevi considerazioni riportando il finale del mio libro sull’argomento scritto nel 1978 all’indomani dell’approvazione della legge 194:”Lo sviluppo demografico indiscriminato della popolazione mondiale rappresenta senz’altro il più grosso pericolo che incombe oggi, come una spada di Damocle, sull’umanità e ne pregiudica, se non risolto adeguatamente, ogni possibilità di sviluppo futuro. La soluzione di questo problema, oltre che nella buona volontà degli uomini è incentrato nella diffusione capillare e nello sviluppo di tutte le metodiche contraccettive attualmente conosciute e nello studio di nuove sempre più semplici ed efficaci.
In attesa che tale auspicio venga realizzato esiste però il dramma quotidiano dei singoli individui e delle nazioni, soprattutto del terzo mondo, afflitte dalle disuguaglianze sociali, dalla povertà, dall’ignoranza, dai tabù.
L’aborto rappresenta a volte la soluzione temporanea di molti di questi problemi, ma rappresenta sempre il frutto di una decisione sofferta ed a volte traumatizzate.
La scienza e la politica devono lavorare insieme per dare a tutte le coppie la possibilità di programmare con serenità la propria vita riproduttiva, così che, in un futuro speriamo prossimo, ogni bambino che nascerà sarà stato desiderato ed atteso con amore e possa vivere la sua vita con il rispetto e la dignità dovuti ad ogni essere umano.
Achille della Ragione




Fonte: Achille della Ragione
 

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