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18/07/2007 ARTICOLI  
Bruno Russo- UN RICORDO CARO ( da 'Avvenire' del 18/07/07 pag. 32 )
Spesso capita di ricordarmi il Papa che non c'è più, il brivido globale che invadeva le vie quando non stava bene, l'affetto senza condizioni che
possedeva una consistenza incredibile ed impressionante. La sua santità
va oltre il suo stesso mandato, perpetrandosi attraverso l'evidenza che l'amore è il primo farmaco per guarire, lo stesso che gli ha dato la forza di resistere fino all'ultimo. Il suo messaggio è stato pinamente ripreso da Benedetto XVI con una enciclica che ribadisce come l'assenza dell'amore, possa generare sentimenti di paura, di ansia, di angoscia e di disperazione, sentimenti negativi che hanno poi inesorabilmente delle ripercussioni disastrose anche sulla salute del nostro corpo. Io credo che l'uomo che segue il Papa vuole vivere il suo mondo d'amore, ma si accorge che spesso per questo fine ci si aggrappa a tutto e a tutti e si finisce per essere troppo dipendenti da qualcuno o qualcosa, perchè l'amore che spesso l'uomo insegue è un sentimento finito non infinito. Attraverso un concetto difficile da concepire nella sua pienezza, perchè quando uno ci riesce può vedere dei veri miracoli nella sua esistenza, il Papa che non c'è più ha cercato, di far capire che questo sentimento si garantisce solo quando esso è gratuito, personale, incondizionato e si incarna nella convinzione di non
essere soli nel nostro cammino, per riuscire così a non provare più la paura. Il nostro Papa ha cercato di farci amare la vita come lui l'ama: resistendole incondizionatamente pur accettando la propria e l'altrui sorte, vivendola appieno comunicando con tutti a costo di muoversi fino all'estremo geografico, perpetrando la sua linfa vitale cercando quanto più è possibile di usare un linguaggio proprio dei giovani. Purtroppo, all'inizio, non a tutti questo è stato gradito perchè quando un modo di fare, anche se non visibilmente, risulta nella sua essenza cristiana rivoluzionario, ci mette un pò di tempo per essere accettato. La sua infinita bontà ed energia ha rotto non pochi schemi e questo non deve essere mai una irregolarità ma un modo spontaneo e gratuito
di andare oltre per gli altri. Anche Benedetto XVI che ha ribadito che la
parola d'ordine è una sola e da essa può discendere tutto, anche e
soprattutto la conversione dell'uomo. I giovani sono stati la più grande
conquista del Papa che non c'è più, in quanto essi lo hanno seguito
fino alla fine come una scia luminosa che si insedia dietro alle cose più
rare, alle cose più belle e preziose. Anche al momento della sua dipartita,
hanno invaso le piazze e le strade di Roma per fargli sentire quello stesso
calore che lui aveva comunicato loro, per non farli sentire soli in questa società che spesso ti abbandona dietro un vicolo. L'immensa gratitudine dei giovani che hanno ascoltato il suo messaggio è rimasta profonda nei loro cuori e pronta a venire fuori quando gli eventi della propria esperienza lo renderanno necessario, attraverso questo mistero nel quale si è perpetrato la presenza di Cristo sulla terra..

Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
 

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