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19/04/2007 ARTICOLI  
Bruno Russo- LA SINISTRA E LA CERTEZZA DEL DIRITTO ( da 'Il ROMA' DEL 23/03/07 PAG. 24 )
La compatibilità tra legalità e sinistra è un tema ricorrente in questi giorni, indipendentemente da quelli che sono stati gli effetti dell’indulto. E’ in gioco la vecchia diatriba tra certezza del diritto e certezza della pena che dovrebbero essere legati da un flusso logico che in effetti non è più tale. Gli avvenimenti già in passato richiedevano da vari ambienti dell’opinione pubblica, una proposta di legge contro le scarcerazioni facili. La certezza del diritto, infatti, dall’elementare definizione di un qualsiasi vocabolario è la sicurezza di poter usufruire in uno Stato, dell’insieme di leggi che regolano i rapporti sociali, mentre la certezza della pena è la sicurezza di poter usufruire in uno Stato,
della garanzia dell’applicazione di una punizione più o meno grave a chi
viola le leggi istituite dal Diritto: se esiste la prima deve esistere la
seconda e viceversa. Una legge a favore della quiete sociale, può quindi
dare maggiore senso dello Stato perché la responsabilità di un diritto che
non viene applicato non deve essere dei cittadini, che non possono certo
scovare i criminali ed intascare la conseguente taglia. Come si potrebbe
applicare una taglia al Sud, zona di omertà dove non sempre sono tollerate
le azioni delle forze dell’ordine? Nel 1922 Benito Mussolini diceva << Non
la piccola violenza individuale sporadica, spesso inutile, ma la grande, la
bella, la inesorabile violenza delle ore decisive….la Nazione italiana
esiste piena di risorse, potentissima, lanciata verso un glorioso destino.
Ma la nazione deve darsi lo Stato. E lo slancio non c’è >>. In cosa
esisteva lo slancio per un indiscutibile grande statista come Mussolini?
Era, a mio modesto avviso, il tentativo di fare grande una nazione dando al
cittadino la certezza di esistere come tale, tutelato giuridicamente da uno
Stato che non ammette fraintendimenti e per queste cose, pronto a mettere
il popolo nelle condizioni di spingersi altrove nel suo comportamento
civile, etico e militare. Purtroppo oggi le cose sono tali che lo Stato
sta al cittadino come una montagna ad un sasso. Se è la sinistra la causa
di tali discrepanze, magari coadiuvata da certi giudici e magistrati non
spetta a me dirlo; ma su una cosa non si può prescindere: la certezza della
pena diventa un fatto sociale quando l’ordine pubblico lede in maniera più
o meno grave a questa categoria, per cui, come molti dicono, è il carattere
sociale della politica della sinistra che sta scomparendo, anche se
nessuno da quella parte, ovviamente, lo riconosce. La sinistra non
riconosce più l’assolutezza di questa certezza perché, specialmente in
Campania, è dedita ormai solo all’associativismo spinto ed
all’assistenzialismo integralista, che iniettato nella giustizia crea i
disagi che viviamo e che fanno comodo a pochi. Una rete, colma di distanze
nelle maglie, che arriva fino nei vicoli di Napoli dove la giustizia ha un
altro nome. Distanze che sono enormi, come enorme è la differenza tra il
comportamento sano di mia madre che mi fa una schifezza se arriva una multa a casa e quello di tante madri dei quartieri, che se vedono il proprio
figlio inseguito dalla legge, scendono con ramazze e ombrelli per cacciare
le guardie. Chi ha ragione? Non lo so, tutto è figlio dello stato e del suo
diritto, ma la sinistra ha speculato sul buonismo che storicamente non le
appartiene, pur essendo la manna per ‘altri’. C’è una mentalità sbagliata,
che ha portato i magistrati a prendere decisioni, che provenivano dalle
contraddizioni della moderna integrazione tra codice e la sua istintiva
applicazione.In definitiva la certezza del diritto è l’assicurazione, che deve ritornare al cittadino, di riprendersi lo stato. La sua mancanza genera l’assenza del senso civico che evita le regole come a Napoli le vie scansano i palazzi.

Bruno Russo.
Fonte: Bruno Russo
 

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