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21/04/2007 ARTICOLI  
Bruno Russo- L'EREDITA' DE GASPERI ( da 'Il ROMA' del 21/04/07 pag. 18 )
Ogni anno, nel periodo a cavallo del 25 Aprile si torna a parlare di pacificazione, in un’Italia che appare a due facce contrapposte: la
strumentalità di una questione che in realtà è molto relativa, spinge la
sfera del tempo al dopoguerra, fase storica permeata da politici che hanno
per primi dovuto affrontare il problema. Tra questi De Gasperi è un
personaggio inimitabile, nella sua veste indomita, come lo sono tutti gli
uomini che si sono ritrovati un cumulo di macerie materiali ed intellettive
e, nel bene e nel mano, hanno caratterizzato l’unica ripresa abile a creare
in Italia, un vero boom economico. Non interessa l’uomo De Gasperi o il suo
pensiero, ma la valenza di un ruolo riflessa nei giorni nostri: nello
squadrone italico postbellico, egli era il valoroso portiere, dovendo
parare una serie di tiri mancini che la politica gli lanciava. Alcide fu
infatti uno dei pochi a non accettare che l’Italia portasse nel tempo, il
complesso di dipendenza dal liberatore statunitense che, purtroppo è giunto
fino a noi; mentre allora, tale rigurgito dei bombardamenti, non era
altro, per alcuni, che un diavolo che si preparava a catturare l’anima di
un Paese. Neanche la Chiesa riuscì a controllare l’antiamericanismo
crescente, essendo uscita malconcia dalla guerra; accusata prima di essere
stata collusa con una o l’altra potenza, poi di aver nascosto l’olocausto e
alla fine, di non essersi saputa destreggiare nel dolore di un’intera
umanità. In quel tempo la destra l’avevano resa piccina, al punto che molti
sposarono le idee comuniste, scordandosi di aver fatto parte dell’altra
Italia. L’attuale destra, invece, ha svolto un lavoro certosino di
ricomposizione dei valori conservatori autentici, che da antipatici, sono
stati rivalutati quando la storia ha aperto gli armadi del comunismo, della
sinistra corrotta dal materialismo. Si è cercato di far capire che
umanità, libertà e democrazia non sono appannaggio di un solo pensiero: ma
durante il tempo di De Gasperi, si iniziavano già a bruciare le bandiere
americane nelle piazze. L’eredità di De Gasperi, l’hanno raccolta così
coloro che hanno compreso che la società ha avuto, con l’esempio americano,
la possibilità di accostare la democrazia al liberalismo, come è avvenuto
negli USA costituendo un bipolarismo molto più sinergico e meno confuso del
nostro. Non a caso il premio Intrepid Freedom, l’onoreficenza americana
riservata alle personalità distintesi per difendere la libertà e la
democrazia, fu assegnato anni fa a Berlusconi per aver tradotto questa
esigenza in fatti. Adesso occorrerebbe assegnare l’eredità di De Gasperi,
la difficile pacificazione in Italia, e perché no anche l’Intrepid Freedom,
a colui che farà capire che si può imitare un modello, tralasciando i suoi
aspetti peggiori; ma anche, vero esempio di umanità e riconoscenza, sempre
più lontano dalla sinistra, che giacendo in fondo a un baratro non si
guarda a chi appartiene la mano di colui che vuole riportarti alla luce,
costi quel che costi.

Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
 

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