A Milano in passerella un uomo che sfila l'eleganza libera e disinvolta.
Rinnovo della moda maschile con abiti belli, di alta sartoria, eleganti, facili da indossare. Lusso dilagante, maschi eleganti fanno da padrone sulle
passerelle milanesi. Una cosa è certa. Il prossimo inverno 2007-08 i maschi non potranno fare a meno dello smoking. Tutti lo hanno proposto in versioni sobrie e divertenti, un no alle estremizzazioni ed alle straccionerie.
Fiumi di velluto, pelle, cashemire, astronauti metropolitani da Dolce e Gabbana che si ispirano a Kubrik, Donatella Versace fa sfilare eleganti cloni di Padre Georg, cappotti-mantella, camicie da fornaio molto snob.
Arte e Teatro. Da Romeo Gigli, Dario Fo ha ricordato che la grande pittura del
Mantegna è piena di "espressioni di moda" e parlando dei soldati di Cesare
ha fatto una considerazione politica: "Il potere dice che per far la pace ci vuol la guerra. E' una stronzata, il potere lo dice sempre, anche in questi giorni".
Da Girbaud una provocazione: no alla forca. Un fiore dentro la sciarpa cappio per dire no alla pena di morte.
Sofisticata e sartoriale è la moda di Leshommes, il marchio disegnato da due stilisti belgi. Si rifanno al Tibet degni anni trenta, quando era meta di inglesi e tedeschi a caccia di spiritualità, con abiti occidentali dai tocchi etnici.
Milano chiude i battenti e tra le novità ultra chic c'è anche lo straordinario e unico cachemire-cincillà, proposto dal Lanificio Colombo.
Di questi tempi si rimpiange quella Milano "da bere" degli anni Ottanta: la ricordiamo con nostalgia non tanto pert tangentopoli, ma per quel Glamour che la città esercitava a livello internazionale. Quel fascino mediatico che sotto il Duomo ha visto nascere il pret à porter di Armani; il genio di Versace, la nuova femminilità proposta dai Gabbana.
Oggi Milano rimano solo la capitale della moda, il cuore ed il luogos simbolico di riferimento con un fatturato in pieno attivo commerciale, mentre i colleghi francesi, nostri rivali, hanno un saldo negativo di circa 3 miliardi.
Da qualche anno il capoluogo lombardo sta perdendo fascino, procando
qualche disagio.
Tutti fuggono.
Giorgio Armani fa sfilare Emporio a Londra, Benetton, lo scorso ottobre, ha
festeggiato i suoi 40 anni di attività al Centre Pompidou, simbolo di vera
pariginità. Max Mara, azienda italiana, ha festeggiato la storia dei suoi cappotti a Berlino, presso il Kulturforum.
Miu Miu linea giovane di Prada sfila solo a Parigi e New York.
Insomma chi per un motivo o un'altro, per avere un richiamo mediatico
internazionale si va oltreconfine. Parigi negli ultimi anni ha recuperato visibilità: arte cultura e moda si sono saldati in un intreccio tra pubblico e privato. E Milano????
Il pubblico è latitante!
Manca un pensiero forte, una strategia culturale: Tutto succede per una
iniziativa privata. E' provinciale, non è sufficiente la moda, gli stranieri , per diventare una città internazionale, manca l'anima, ma naviga nel suo snobismo provinciale considerandosi "modaiola" !!!
Paolo Bigoni
Fonte: Paolo Bigoni