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19/07/2006 ARTICOLI  
Bruno Russo.- PARTECIPAZIONI REGIONALI ( da 'Il Roma' del 19/07/06 pag. 15 )
E’ indubbio che molte aziende italiane hanno rappresentato in tutti questi anni una nuova forma di monopolio pubblico nell’economia, ovvero un insieme di ‘partecipazioni regionali’ legato in maniera stretta con il sistema
politico totale, che in alcune zone come la Campania era saldamente
configurato con i caratteri politici che appartenevano alle formazioni
‘tipiche’ del centrosinistra fino a quelle della sinistra. Queste erano per niente in fuga dalla politica tradizionale. e sempre di più arroccate sui legami offerti dagli accordi con le organizzazioni del lavoro, che man mano si sono concentrati sugli sbocchi del potere economico, offerti dall’onda della globalizzazione . In realtà un certo modo di fare politica senza in sostanza cambiare nulla, è approdato al migliore sistema che lo poteva certificare: quello di Romano Prodi. Ora queste aziende, che si sono date molto da fare nell’ultima campagna amministrativa, stazionano in un vasto tappeto di convivenze che nella nostra regione permette semplicemente di fare adesso quello che si faceva 5 anni fa: assolutamente niente. Da qui quella sensazione di abbandono e di immobilismo temporale nella quale vive da tempo la nostra regione: un insieme vuoto, ovvero lo spazio nel quale ci si poteva muovere senza fare i conti con molte regole. Il testo della liberalizzazione pubblicato nella gazzetta ufficiale permette adesso, tra le tante cose, di rafforzare queste realtà locali come succederà per esempio abrogando le tariffe obbligatorie fisse o minime per i professionisti insieme al divieto di pattuire dei compensi professionali proporzionali al soddisfacimento del cliente, come invece richiesto da tutte le recenti normative in tema di qualità del lavoro. Queste aziende pubbliche si comporteranno come quelle private godendo di molti accordi, alla base della campagna politica ‘invisibile’ svolta dalla Russo Iervolino alle recenti amministrative. Una analogia di queste finte ‘liberalizzazioni’ si può trovare nella gestione dei servizi idrici alle aziende private che era una sorta di ‘liberalizzazione locale’ che trovava molti d’accordo nella destra, vedendo in essa una liberalizzazione effettiva nei servizi pubblici locali come libertà del consumatore allorché si trova davanti ad una scelta. In sintesi vuol dire che dopo averla criticata, l’Unione ha effetgtivamente ‘copiato’ molto dei testi programmatici della destra, trovandosi stranamente più preparata nei confronti della cosa, solo perché qualcuno gli aveva passato, senza volerlo, il compito come a scuola. Vuol dire che il sistema tutto Italiano di far indossare un vestito corto anche a chi non lo può indossare, prova adesso di illudere il popolo campano che il surrogato della liberalizzazione, possa essere una soluzione; mentre già sarebbe un passo avanti prendere coscienza che molti problemi sono visibili come in una fotografia: quella che mostra un’amministrazione immortalata nel più duraturo immobilismo per mancanza di gestione delle opportunità..

Bruno Russo

Fonte: Bruno Russo
 

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