Bruno Russo- LA QUESTIONE IN AFGHANISTAN ( da 'Il Tempo' del 18/07(06 pag. 36 )
La questione politica e militare in Afghanistan è simile a quella in Iraq, solo che essa non si è composta di tante polemiche strumentali come le diaspore che giravano intorno alla nostra missione in terra di Babilonia, vestita dalla sinistra come una operazione di guerra al fianco degli Americani. E’ l’Onu ad invocare un compito che nella sostanza non cambia. L’Organizzazione delle Nazioni Unite vuole che le truppe rimangano, mentre la sinistra estrema accende la miccia sotto il forno rovente delle indecisioni di questo governo senza personalità. Ma la volontà del cittadino non conta, altrimenti farebbero eco i vari sondaggi che mostrano una presa di coscienza che doveva valere anche per l’Iraq, se la sinistra pensava meno alle sue poltrone e maggiormente alle fredde trincee ed a tutte le altre tristi realtà vissute dai nostri soldati: l’esigenza cioè di fare continuare una missione militare fornendo maggiore solidarietà politica, armi più efficaci ai nostri soldati solo per la possibilità, di difendere meglio anche le proprie vite. Il rifinanziamento delle missioni di pace potrebbe richiedere anche questo, impantanandosi proprio sul tavolo delle indecisioni dell’esecutivo, dimentichi che sono in gioco anche 33,5 milioni di euro di interventi umanitari per l’Iraq e 17,5 milioni per l’Afghanistan e Darfur. Non a caso, una delicata questione che riguarda dei popoli che soffrono può mettere già in gioco la credibilità di un governo di fresca formazione, ma intrappolato da antichi muri di gomma, che un solo cuore sofferente dovrebbe sciogliere.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
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