Bruno Russo- LA VITTORIA DEL MALE ( da 'Il Tempo' del 14/06/06 pag. 35 )
Le nomine dell’ex di Prima Linea Sergio D’Elia alla segreteria della
Camera e di Daniele Farina come nuovo vicepresidente della Commissione
Giustizia della Camera, non sono solo una cosa vergognosa come ha detto
l’ex premier Silvio Berlusconi, ma una vera provocazione. La presenza dei
partiti della sinistra e del loro contenuto più oltranzista ai vertici dello Stato, viene vissuto solo come un traguardo raggiunto dopo la fuga dalla democrazia che questa gente ha compiuto durante gli anni tristi che noi tutti conosciamo, come il ritorno del Conte di Montecristo che per vendetta impone poi la sua presenza nel momento in cui tutti meno se lo aspettano. Per la strada qualcuno commenta che ‘allora la violenza paga’ ma io credo soprattutto che il valore etico di un uomo per la sinistra conta poco: vale molto di più il ruolo politico che il personaggio ha costruito con il concorso della storia e non sempre questo ruolo è affidato agli uomini migliori, come sappiamo. Prova ne è che anche all’interno di Rifondazione cresce la dissidenza verso questo modo di scegliere la rappresentanza governativa, perché ci sono molte persone di sinistra che hanno perso un loro caro grazie alle Brigate Rosse o al terrorismo in genere. Per queste e per tutti, l’essere vittime o carnefici non deve consentire nessuna speculazione politica mentre oggigiorno molte persone che si sono macchiate negli anni di piombo, sono esseri socialmente riconosciuti e ricercati non per le loro nefandezze ma per la loro rappresentanza e ricchezza d’esperienza. L’insegnamento di Dante è stato soporitamente stravisato e faziosamente adoperato per una politica che
oggi la gente rifiuta con sdegno. Passare per l’inferno senza ardere definitivamente non significare essere premiati meglio di chiunque altro,
soprattutto perché ogni esempio per l’esperienza umana diventa l’arma
psicologica del futuro.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
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