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27/03/2006 ARTICOLI  
Bruno Russo- VENERE NON DEVE MORIRE
Oggi è il mio compleanno. Ho cercato prima di fuggire poi ho ritenuto, spinto dagli amici, di organizzare una piccola festicciola. Oggi è anche il giorno, nel quale a Napoli, la mia città, si doveva organizzare una manifestazione in nome di Annalisa Durante, la quale per chi non la conoscesse è una ragazzina dei quartieri napoletani che è stata uccisa per sbaglio, da una pallottola impazzita, durante una esecuzione di camorra avvenuta tempo fa. Non so se la manifestazione, attraversata da mille polemiche, si farà. In verità non me ne importa più di tanto, anzi spero proprio che non si faccia, perchè le ipocrisie non servono, meglio calare il silenzio sulla gravità della nostra condizione umana. Potrei dire che mi vergogno in quanto uomo, in quanto napoletano od altro; ma neanche mi soddisfa, anzi ho la sensazione che la vergogna non è di casa adesso in nessuna parte. Potrei dire che ci vuole la pena di morte: neanche a parlarne, potrei dire che la giustizia non esiste: non è neanche vero; potrei dire che è tutta colpa della camorra: ne siamo veramente certi? Alla fine preferisco non pensarci ed organizzare il mio compleanno pensando che in questa città, emblema del mondo, anzi di quello migliore, nanche una manifestazione di pace, di amore o di protesta per una bimba trucidata nella sua innocenza riesce a compiersi senza problemi. Se era una manifestazione contro Berlusconi, ci saremmo ritrovati in poco tempo le autorità, i grandi del cinema e della televisione, sfoderare le loro bianche dentiere pagate fior di quattrini per allungare la loro bellezza sfiorita e iniziare a nuotare nel guado della vita a suon di protesi. Anche io la metterò un giorno, ma mi domando, perchè invece di pensare quale aspetto della vicenda è più penoso, mi metto a pensare alla gente che cela la loro esistenza fatta di rughe? Mi è bastato riflettere un poco per capirlo e per poterlo gridare al mondo, o meglio a quel sottomondo che regna in questo alveare dorato, pungente e mieloso, che si chiama Internet e come tale procedo. Voglio dedicare il mio compleanno che passerà inosservato prima prima alla mia attenzione, alla bellezza, si alla bellezza di questa bambina, che esprime tutta una gioventù che non mai stata bella come quella di adesso; una bellezza spontanea e dal profumo di sapone di marsiglia, che solo nei quartieri napoletani si può trovare; una bellezza che ha amplificato la mia personale rabbia di fronte alla saccenza della realtà che troverà subito un cretino che dirà: ma perchè se era brutta era diverso? Non lo so e non lo voglio sapere, perchè la logica ci ha già abbastanza esaurito. Voglio restare nel ricordo, la sensazione che ebbi quando aprii il giornale quel giorno e vidi quella foto e pensai la stessa cosa: quanto sei bella. Lo voglio gridare con tutta la mia forza e pregare il signora che se proprio un regalo me lo vuole fare, faccia arrivare ad Annalisa queste parole a testimonianza che almeno la nostra impronta resta in qualche meandro di questo mondo apparentemente senza Dio: sei una ragazza bellissima, complimenti davvero. Spero solo che un giorno, quando me ne andrò anche io da questo mondo, il Signore mi possa spiegare perchè mentre batto queste parole sulla tastiera del mio PC, mi sento gonfiare le gote e gli occhi e mi viene una voglia di piangere, impetuosa come uno starnuto. Non lo so, non credo di essere commosso perchè mi capita quando ripeto: sei bellissima. Evidentemente, ma non ne sono sicuro, mi sarebbe piaciuto innamorarmi, una volta fattasi grande, di una Venere che qualcuno ha ucciso, di una bambina dei quartieri che ha conosciuto troppi viandanti e pochi poeti. Sei nel mio cuore.

Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
 

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