Delle vicende inerenti all’Ospedale Maresca di Torre del Greco ne abbiamo sentito parlare spesso, ma le dimensioni del disagio assumono proporzioni massime in concomitanza con le vacanze estive: dopo il depauperamento dai vertici aziendali, denunciando la netta chiusura alle varie istanze, adesso è il turno di un nuovo provvedimento, consistente nell’eliminazione dei cartellini per dipendenti che vengono solitamente timbrati all’ingresso e all’uscita.
Il primario di Medicina Generale degli ospedali riuniti della Penisola sorrentina lo ha definito una sorta di “blitz”, perché già in tempo addietro e in altro luogo la direzione sanitaria del Maresca decise il trasferimento dell’Ortopedia al terzo piano, accorpando in sintesi due unità operative non omogenee, e portando un netto disagio a parenti e maestranze. Se ci si fa un giro al piano terra del Cardarelli di Napoli, si potranno vedere dei manifestini affissi che denunciano lo stesso tipo di problema in una struttura però, che non ha le indigenze numeriche dell’Ospedale di Torre del Greco. Esiste quindi un andazzo parallelo, che causa dei disagi che passano talvolta quasi inosservati nonostante l’agitazione di addetti ai lavori e sindacati del settore. Lo stesso sindaco ha inutilmente denunciato lo sconcerto per un degrado che non viene arrestato in nessun modo, iniziando addirittura uno sciopero della fame, che va in direzione della tutela dei cittadini, e gli oltre trecentomila utenti che si devono servire del Maresca.
Ciò che mi sgomenta e che fa riflettere, è come si possono sottrarre risorse, servizi e gestioni conseguenti, ad un Ospedale che rappresenta l’atavica scialuppa di salvataggio contro il decentramento, che porta i pazienti a doversi mettere nelle mani di specialisti che non conoscono, come dimostra lo spostamento della pediatria d´assistenza al pronto soccorso di Boscotrecase: alcuni reparti sono decentrati pur se funzionano bene o forse proprio per questo, e vanno a finire in luoghi in emergenza per sovraffollamento. E’ chiaro il sospetto che tutto ciò corrisponda a interessi concentrati e occulti, ma è altresi evidente che il prodotto è la peggiore cosa che un paziente si possa aspettare: ovvero le interminabili liste di attesa per un intervento, da parte di un primario o chirurgo sconosciuto.
Si potrebbe dire a questo punto che la crisi del settore, che non è solo economica ma anche umana, si inserisce in un processo di massificazione della sanità e della distribuzione delle sue componenti e prodotti al pubblico, che non ha precedenti.
Il sindaco sta procedendo ad oltranza con il suo sciopero atipico, accompagnato da molti cittadini di Torre che non vogliono la chiusura del pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale Maresca, e da una lettera a Napolitano tesa a farlo scendere finalmente in campo. Dovremo ringraziare il cielo se in periodo estivo, dove i bambini sono più dinamici e soggetti a imprevisti, non avverranno quelle corse impazzite alla ricerca di un ambulatorio, con una città chiusa alla solidarietà, come avviene per tante altre situazioni. Dobbiamo essere solo grati a un primo cittadino che nei limiti delle proprie possibilità, dimostra cosa deve fare un sindaco quando i problemi non si risolvono, ovvero gestire l’indigenza sulla propria pelle, perché egli è il rappresentante dei cittadini che non possono farlo.
BRUNO RUSSO
Fonte: Bruno Russo