WebMail

23 Aprile 2024 - 12:25

home articoli cultura giornali contattaci guestbook links ultimissime
Google
Bruno Russo- [ EVENTI ] VOLA E VA ( da "Il ROMA" del 26/02/2011 pag. 11 )
VOLA E VA’ CON GAETANO CERRITO Gaetano Cerrito è il guidatore di una macchina speciale, che corre sulle strade a percorrenza limitata che conducono a...
[ EVENTI ] QUANDO LA POESIA E’INCONTRO DI CULTURA E SOLIDARIETA’ ( da "Il ROMA" DEL 12/01/2011 pag. 12 ).
Cosa c’entra la poesia e le nuvole, con un condimento particolare come l’aglio? Ce l’ha spiegato il poeta italo-argentino Carlos Sanchez, condividendo...
Bruno Russo- [ EVENTI ] I MIEI PRIMI 40 ANNI ( da "il ROMA" del 12/01/2011 pag. 23 )
Napoli sta cambiando, almeno in questo: sta presentando una cultura del ritrovo giovanile, che considerati i coprifuochi di varie zone della collina ...
17/07/2011 ARTICOLI  
Bruno Russo- [ SPETTACOLI ] - GEORGE ( da "Il Denaro" del 16/07/2011 pag. 63 )

Dei mille titoli dati a George Benson, la grande presenza con la chitarra ancorata ad un sorriso di autentico soul man; si preferisce “menestrello del soul e giocoliere del jazz” con una verve artistica di armonia e profondità che grida “dammi la notte”, con i miracoli dell’acustica. Così, a 35 anni, dal successo dell’album “Breezin” che segnò la sua svolta e ben due Grammy Awards, al recente di “Songs and Stories tour”, è tornato in Italia con una grande performance, sul palco dell' Arena Flegrea di Napoli, Mercoledì 13 Luglio.
Chi lo segue dagli inizi, conosce il suo R&B dall’età di 21, fino al tornado della grande musica degli anni ’80, ove calettò il soul e il jazz sulle corde vibranti, per regalarci autentiche perle come “In Your Eyes”, “Give Me the Night”, “One More time”, “Turn Your Love Around”: le sue performance venivano prolungate con la famosa tecnica musicale dello “scat”, ovvero i “vocalist” dell’ugola che imitano gli assoli jazz della chitarra, e che in quegli anni erano tipici della migliore vena soul.
Dalla culla di Pittsburgh in Pennsylvania, si è sempre inspirato ai chitarristi Charlie Christian e Wes Montgomery, per poi approdare al jazz dell’organista Jack McDuff. A 21 anni incontra il talent agent John Hammond, e incide il primo album “The New Boss Guitar” per la Columbia Records; fu solamente il secondo lavoro, “It’s Uptown” che gli permise invece, con Ronnie Cuber al sax baritono e Lonnie Smith all’organo, di rivelare le sue linee di raffinata melodia, ove bebop e swing fanno capolino con rara empatia. Si affinò infine, collaborando con Miles Davis (“Paraphernalia” in “Miles in the sky” ), Jimmy Smith e soprattutto Herbie Hancock, che gli permeò l’aria da grande orchestra americana di ritmo, ove le vibrazioni sembrano la copertura di una splendida torta.
Alla svolta, come detto, di “Breezin” nel 1976, seguì il famoso singolo “Masquerade”, l’approdo alla spiaggia del soul più sofisticato che si inebria con le derivazioni jazz e R&B: George mise a punto una’ innovazione nel campo dell’amplificazione, la famosa “Ibanez GB 10”. Il testo della canzone è uno dei più belli mai scritto: “Siamo davvero felici qui
Con questo solitario gioco che facciamo, cercando le parole da dire
Cercando ma non trovando comunque capendo che siamo persi nella Mascherata. Entrambi dispiaciuti di dire che siamo semplicemente troppo lontani dall’essere vicini insieme
dall’inizio. Abbiamo cercato di discuterne ma le parole si trovavano in questo senso.
Siamo persi dentro questo gioco solitario che facciamo; Il cuore è in lacrime e sparisce
ogni volta che vedo i tuoi occhi. Non importa quanto fortemente io cerchi
di capire le ragioni per cui noi andiamo avanti in questo modo. Siamo persi nella Mascherata”.Dopo l’uscita del grande successo “Livin’Inside Your Love” del 1979, egli registrò “The Greatest Love of All” per il film omonimo con Muhammad Alì, una canzone che però ebbe successo solo con l’interpretazione di Whitney Huston. Come dimenticare poi “All That Jazz” di Bob Fosse, 4 oscar e Palma d’oro a Cannes, per il quale George compose la famosa “On Broadway”? in realtà fu con il cambio di produzione affidato a Quincy Jones e all’uscita di “Give Me The Night”, che le venature musicali portarono all’aspetto più “disco”, con la collaborazione di Rod Temperton, che stava dietro al successone di Michael Jackson “Thriller”; seguirono duetti famosi con Aretha Franlin e Chaka Kan, da cui un meraviglioso video che inneggia all’amore che deve sempre ritornare e andare avanti, come la sua stessa partecipazione ai più autorevoli Festival di Jazz mondiali, e alla collaborazione alla Count Basie Orchestra insieme a Earl Klough alla chitarra classica. Solo con il cambio di casa discografica con la GRP/Verve, decretò il ritorno ai tempi andati in “Absolute Benson”, “Irreplaceable” e “Givin’It Up” del 2006 con Al Jarreau, prima del tour mondiale anche tributo a Nat King Cole, dell’album “Song e Stories” prodotto da Marcus Miller.
George Benson è riuscito a legare tra loro più stili e arie musicali, riuscendo a suscitare gli apprezzamenti del pubblico giovane e meno giovane, cosa che si è potuta ampiamente notare alla’Arena Flegrea ove il tripudio alla sua chitarra elettrica e alla sua voce elegante e morbida, non aveva alcuna età, era solo e semplicemente magico.


BRUNO RUSSO

Fonte: Bruno Russo
 

Torna alle news della categoria "ARTICOLI"
Torna alla pagina delle news

Sito Online di Euweb