Alcuni artisti sono guardiani dell'acqua, della materia, della linearità interrotta solo da figure geometriche che rincorrono uno stile, una tendenza, un gusto; invece l'espressività della pittrice Sonia Riccio di Pozzuoli, nasce per esprimere un percorso travagliato che non vuole essere intimo sfogo, ma il frutto colto dall'albero delle idee e donato a chi vuole riscattarsi nella vita attraverso la visione dell’arte.
Le sue tele sono state apprezzate da molti critici come Stefano Taccone e Gabriele Perretta, hanno partecipato a mostre come la personale di arte contemporanea a Palazzo Migliaresi in Pozzuoli del 2009; “A spasso con l’estate” al Castel dell’Ovo nel 2010; allo Spazio Utopia di Campagna in provincia di Salerno del 2010 per “Le porte dell’acqua”; infine nel 2011 allo Studio d’arte Partenope ( www.partenopestudio.it ), a Napoli in via del Parco Margherita n. 36/b, che per il successo ricevuto sarà ripetuto all’inizio dell’Autunno prossimo. Le sue tele sono visibili in pubblicazioni anche internazionali di attualità d’arte contemporanea come “Segno”, che ha evidenziato alcune opere con il titolo “Hombre”. Un’azienda importante di design di Milano ha recentemente richiesto le sue tele come parte integrante degli ambienti.
Le sue prime tele sono state caratterizzate da ampia sofferenza, assenza del colore, poi timidamente introdotto nei riflessi del chiaro scuro sopra sfondi neri a diversa tonalità, ove si ergono curve prospettiche a tratti più lucidi, che esplicano la fase di transito, quella che si intravede alla fine del travaglio del tunnel della percorrenza umana: una fioca luce, che è più forte di qualsiasi sole perchè è l’alba che vuole entrare nella nostra vita, accarezzando un volto che ritorna al sorriso, come sensazione più bella.
L'arte contemporanea in genere, per Sonia è un vivido pozzo di idee, il dominio delle ampie possibilità, dove molti artisti oggi riescono a raccontare il proprio animo senza personalismi fastidiosi, cogliendo anche il disegno degli eventi nella visione del mondo circostante. Così lei , pian piano, è passata da una raffigurazione di volti e seni, come di idee e materia, che si scambiano il ruolo in un mondo nuovo, ove il colore inizia ad entrare e illuminà i tratti della fisicità,, mantenendo la base espressiva delle sue ipeboli, delle curve morbide e ritondanti, che avvolgono il divenire come primo luogo riflessivo: lo sfondo scuro e plumbeo di una ampolla di curve svergolate, come il suo sorriso.
Sonia Riccio nasconde l’essere dietro una curva che l'avvolge come uno scialle, una iperbole del nostro destino, per il tempo di venir fuori, e donare i colori giusti con figure quali nastri, foulard, piste spettrali ma gioiose nello stesso tempo. Nella sua produzione presente e futura trionferà il colore , perché la sua prospettiva inizia ad interfacciarsi più positivamente con il mondo, senza distacco e con una nuova serenità che spinge alla ricerca: una sensibilità femminile di tutto riguardo, che riesce a rendere creativo il disegno animoso delle emozioni.


Bruno Russo