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01/06/2011 ARTICOLI  
Bruno Russo- [ POLITICA ] - PRIMA CHE IL GALLO CANTI DUE VOLTE
In una nota lettera al Duce Gabriele D’Annunzio, sui fatti di Fiume scriveva: “ Mio caro Benito Mussolini, chi conduce un'impresa di fede e di ardimento, tra uomini incerti o impuri, deve sempre attendersi d'essere rinnegato e tradito ‘prima che il gallo canti per la seconda volta’. E non deve addontarsene né accorarsene. Perché uno spirito sia veramente eroico, bisogna che superi la rinnegazione e il tradimento “. Forse potrà essere fuori luogo una tale dichiarazione, dopo il ballottaggio, ma parliamo di un uomo politico distintosi per cultura e intelligenza, che in un momento determinante saltò sui banchi della sinistra e disse “Solo qui c’è vita” e, evidentemente, se la dialettica conservatrice è sempre stata più critica con classe rispetto a quella della sinistra che ha fondato le “sue” campagne sulla distruzione, la dichiarazione di De Magistris “abbiamo scassato tutto” sigilla una indubbia vittoria della sinistra come concetto.
Se invece, il risultato concreto del voto, che a Napoli ha determinato un crollo ulteriore del Pd, parlerà chiaro, occorre sottolineare che ha solo vinto la protesta, una protesta che ha lasciato a casa indifferenti sconfitti dalla realtà, che hanno sommato la loro assenza ai proseliti all’ex magistrato. Ha vinto la sicurezza che la politica classica non possa alzare neanche di un centimetro un cavallo azzoppato e impotente, vittima delle fruste secolari del suo padrone, che non ha mai valorizzato il suo valore sociale e le sue esigenze “animali”.
La mia opinione, che mi auguro resti tale, ravvisa solo il fatto che tale esigenza di risveglio e di vita, che come quella Dannunziana rimase solo incisa nella storia, determinerà nella pratica l’aumento dell’attrito radente tra la penetrazione delle istituzioni nella dinamica sociale del nostro dominio partenopeo, e il tessuto politico che si prepara per accoglierlo; a meno, che non giunga dall’”alveare degli uomini incerti o impuri” un cenno di ritegno e di presa di coscienza che possa rinverdire un governo, che partendo da una ovazione indiscussa si è svenduto a troppe rinnegazioni, perdendo forza e credibilità. In pratica, se il premier è davvero un uomo che al dire dei suoi “amici” riesce a comportarsi come quel cavallo azzoppato, che alla fine si rialza e corre in avanti, che avvenga subito un suo miracolo, che si accenda quella lampadina di genialità che possa evitare che i due anni che ci distanziano dalla fine della legislatura, siano l’ennesimo stagno dove annegheranno per impossibilità di dialogo, tutte le attese dei lavoratori, e di tutti coloro che vivono il precario della nostra società attuale.
Nel contempo, non vorrei sentire la sinistra esultare, per essere rinata non dal valore dei suoi politici o dalle proprie azioni, ma dalla realtà che contraddistingue una corda che a furia di tirare si spezza, perché quella che conosco non ha niente a che vedere con quel sentimento di disprezzo del sommo vate Gabriele, che ravvisò tantissimi anni fa, il peggiore dei vizi che possono attecchire una maggioranza: il lassismo e lo scollamento.
Forse, dalle ceneri di una bella idea, che non ha forzato la realtà della dinamica politica, potrà nascere una destra migliore, cosa che spetta al nostro premier orchestrare, altrimenti mi auguro che per il bene della nsotra Nazione, si vada al più presto al voto, per quella serietà di intenti che deve caratterizzare un morso velenoso, prima che il gallo canti due volte.




BRUNO RUSSO

Fonte: Bruno Russo
 

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