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07/04/2011 ARTICOLI  
Bruno Russo- [ CRONACA ]- INIZIA IL BAGAGLINO ( da "Libero" del 07/04/2011 pag. 30 )
Inizia un processo farsa che diventerà passerella per i giornali scandalistici, E' l'ulteriore incremento affaristico dell'immagine che tocca anche il mondo della giustizia, e non certo per merito o demerito del premier, quanto per aver posto i riflettori solo su una ragazza, Ruby, che indipendentemente dalla sua esperienza di vita, non potrà mai godere della quiete domestica che si chiama privacy: una parola archiviata nel cestino dei vocaboli inutili del nuovo secolo.
La storia insegna che gli scandali sono la via delle fandonie.
Andiamo a vedere il perchè di tale asserzione.
Stendere un velo di difesa nei confronti di Ruby Rubacuori, una ragazza di origine marocchina, che è stata al centro di una storia che ha fatto scandalo perchè si parla di sesso, sembra antipatico e scontato per qualcuno e forse anche elementarmente riduttivo, ma i punti che si dovrebbero tenere a mente sono i seguenti: il sesso a pagamento è persegubile legalmente nel momento in cui diventa mera prostituzione, ovvero fare turpe mercimonio del proprio corpo, secondo un contratto per l'appunto merceologico che è stipulato attraverso un accordo verbale che avviene prima della prestazione, e ciò non è congruente con quanto accaduto nella casa dwel premier; molte minorenni riescono a falsificare i propri documenti e a dimostrare sulla carta una età che in realtà non corrisponde a quella anagrafica per cui accertarla con sicurezza diventa un fatto della procura giuridica e non certo un atto privato da cui dipende l'ingresso ad una festa; l'interessamento del premier che ha immesso nell'equazione la parentela fatidica con Mubarak è uno scorretto utilizzo dei propri poteri e delle proprie conoscenze, nella misura in cui l'atto o l'ingerenza rappresentava un tentativo interessato al soddisfacimento di vizi privati, e non un gesto come dal premier lasciato intendere volto a relegare la libertà di una ragazza, ad un riformatorio o al ritorno nel proprio Paese di origine, che non ha mai mostrato simpatia nei confronti delle sue attitudini; l'uso delle intercettazioni ha inquinato la modalità e la necessarietà con la quale esse sono indispensabili nei casi di sicurezza nazionale in funzione della situazione bellica o parabellica scatenata, ovvero uno strumento che andava regolato opportunamente ma comunque necessario ai servizi di intelligence, è diventato un oggetto di libero arbitrio che impedisce3 la normale conduzione di vita del libero cittadino, portando lo stesso in discussione per ragioni sociali e politiche. Questa e tante altre ragioni, dimostrano in sostanza che si è fatto un cattivo uso di certi strumenti che servono alla quiete di una Nazione, disperdendoli nell'iniquità di un discorso generale che fa acqua da tutte le parti.
Nasce così la supposizione che il sesso, sia la più vecchia e potente arma per distruggere una persona senza doverla eliminare fisicamente, se la sua struttura e la sua influenza, sono tali da impedire che si possano trovare facilmente delle falle giuridicamente contrastabili.
Lascaindo perdere i mezzi che una persona potente possiede per contrastare una normale investigazione sul proprio conto, contando anche la possibilità che la stessa si presenti davanti ai giudici per essere processato, resta il fatto che le stesse relatività della giustizia che involvono l'azione della magistratura e che non sono state certo cesellate dal premier ma nascono da un processo più antico, sono ora i principali paletti per vederci chiaro in una faccenda supponendo che essa sia determinante per verificare la conformità politica dell'azione di un primo ministro, che non può certo dipendere dalla sua vita privata.
Una vita privata che senza dubbio, contando che Silvio Berlusconi è soprattutto un grande manager dello spettacolo, forse il principale, non può passare inosservata e forse, come unica controoindicazione della stessa azione del Cavaliere, sarebbe stato bene che avesse ricevuto una minore visibilità, che sicuramente dipende dall'ecletticità e dalla presenza che lo stesso premier decide di imprimere alla sua partecipazioen alla vita pubblica del Paese.
L'eccentricità e l'abuso delle proprie possibilità, rappresentano soprattutto in un Paese come l'Italia, nato dalle ceneri di troppi sacrifici, non viene facilmente premiato e, anzi, spesso cade sotto la scure di un'etica sociale, che non guarda alle sue spalle, ove esistono disastri sociali e umani di ben più vasta entità.
Per finire, la gente continua a vedere il premeir come il responsabile di tutti i mali del Paese, e in prossimità del processo Ruby, è pronta a protestare come facevano i francesi durantre la rivoluzione, per vedere finalmente teste mozzate e ghigliottine sfavillanti, mentre chi stava dietro el quinte perchè le dinamiche politiche del potere lo consentiva, si preparava ad assumere i panni dell'ulteriore, e peggiore, dittatore delle situazioni umane.

Bruno Russo

Fonte: Bruno Russo
 

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