Bruno Russo- [ SPETTACOLI ] IL CANTO DELLE FATE
Ancor prima del secolo scorso, e per molti secoli addietro, era consuetudine prelevare dai clienti i panni sporchi per riportarli poi, dopo averli lavati a mano. Prima delle lavatrici insomma, lavare i panni era indubbiamente un problema. Nelle case più agiate stazionava così notte e giorno, fino agli anni ’60, la cosiddetta lavandaia che in genere proveniva dalla provincia napoletana, il cosiddetto contado partenopeo. Tale attività risultava una delle più diffuse occupazioni atte a tamponare la crisi del lavoro che già allora imperversava, e non a caso il luogo del lavaggio doveva essere abile a disporre della massima quantità di acqua possibile, richiamando a tal uopo tantissime lavandaie che si trovavano a lavorare assieme. Tra le tante lavandaie, le più apprezzate dalla collettività erano le cosiddette “lavandaie del Vomero”; richiamate in un film di un regista italoamericano in uno scenario incantevole e con la voce magica di Fiorenza Calogero. Erano chiamate “fate” perché nell’aria amena della collinetta, comparivano e scomparivano tra le lenzuola bianche stese al vento ad asciugare: quando capiremo il valore dei lavori umili sarà troppo tardi e fino ad allora almeno ci sarà la cultura che darà, come è successo agli inizi del novecento, una rappresentazione vera della società che induce a chi vuole ascoltare il migliore modo per migliorare, semplicemente ricordando e imparando.
Bruno Russo Fonte: Bruno Russo
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