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29/04/2010 ARTIC OLI  
Bruno Russo – IL BINOMIO DEL POTERE
Il binomio del potere è l'asse Berlusconi-Fini che diminuendo la sua inclinazione rispetto all'asse della superficie politica, pare abbia scatenato quei terremoti che il nostro Paese conosce bene e che hanno in tempi passati reso impossibile l'equilibrio delle Istituzioni. Da che parte stare? e come lo si può dire se molti non hanno le idee chiare, o meglio se alcuni conoscono le vere motivazioni del diverbio ma non comprendono quali siano le vere intenzioni finali. Fini si identifica con la destra moderna e questa è una bella definizione, perchè se il Pdl non si intingeva il capo di coscienze al passo con i tempi, forse il successo elettorale neanche sarebbe venuto. E la Lega? al sud la odiano, perchè identificano in Bossi & C. tutto il nordismo che ci ha da sempre definiti terroni, e tra l'altro sottolineano sagacemente che gran parte dell'entourage finiano sia composto da politici meridionali. Orbene, molte imprese da Roma in giù si sono vendute a quelle settentrionali, e l'hanno dovuto fare grazie ai problemi economici arrecati dalle passate amministrazioni di centrosinistra; ma da qui a definire la Lega una formazione razzista e pericolosa per il sud, credo ne passi di acqua nei torrenti. Lo stesso Bossi ha nella famiglia più sangue meridionale di quanto si pensi. Cosa pensare a questo punto? cosa ritenere di valido nelle parole dell'uno o dell'altro, cosa pensare di buono o pericoloso nelle definizioni della politica date in maniera contrapposta da tale binomio equivalente? a pensarci bene e adoperando il Principio di sovrapposizione degli effetti, si può solo ritenere che a mettere in crisi un rapporto idilliaco tra premier e Presidente della Camera, sia stato una serie di fatti, la cui ciliegina sulla torta è comparsa, dopo le elezioni; il chiaro computo elettorale che Berlusconi ha dovuto contare e premiare nei confronti dello stesso Bossi, allontanando l'amico Giancarlo per chiare priorità procedurali. Da ciò il vulcano ha potuto eruttare, lava incandescente che i due protagonisti non si sono mai sognati di emettere, e che hanno ben pensato i soliti media a renderli mirtilli e lapilli di fantasia, vedendo Fini compagno di eccezione dell'armata Brancaleone di Bersani che langue le sconfitte e le battaglie interne. A questo punto amo citare sempre le parole di Pino Rauti, quando si costituì Alleanza Nazionale, che peraltro è il nome migliore che un partito abbia mai avuto: "Ma quale medico glielo ha ordinato?". Così la sensazione resta quella che l'amato Gianfranco vada oltre ciò che i suoi stessi amici possano comprendere, contando anche il fatto che le sue aperture alla collegialità e alla democrazia parlamentare appartengono al patrimonio della sua e nostra parte politica, che come tutti i grandi Partiti idealisti, si deve interfacciare con una parte bigotta e una rivoluzionaria. L'unica cosa che si può aggiungere, affermando che la Lega serve più al Sud che al Nord, è proprio il fatto che nel meridione manca una Lega sud, che possa costituire nello stesso tempo l'argine e la ruota dentata per ravvivare e rendere dinamici i meccanismi della politica futura. Un'ultima considerazione e speranza la si deve mettere nell'ultima trovata della stampa perversa che fabbrica casacche e allenaze a chiunque esprima liberamente, come lo ha fatto il nostro caro Gianfranco, dando sui giornali un futuribile schieramento Fini- Rutelli- Casini, esprimente un centrismo moderato con spruzzi di vaniglia e cioccolatto rigidamente fondente. Il centro se ne deve invece stare a casa, almeno questo tipo di centro, e magari cercare allenaze con altre sponde, perchè nel centrodestra già fece guai. Per garantire qualcosa di sinergico e produttivo per il futuro, occorrono altre prove per chi sta in mezzo, più altruiste e prive di quella bramosia di potere che caratterizza certi personaggi sempre alla ricerca di una identità e di una poltrona al parlamento. Almeno bisogna ritenere che Gianfranco Fini, che non è sicuramente tra tali avidi di potere, nelle sue uscite abbia a chiare lettere parlato di libertà e democrazia e non della necessità di poteri diversificati o differenti assunzioni. Dobbiamo augurarci che non si cambi nulla e che il rapporto tra Berlusconi e Fini ritorni al suo assetto naturale, anche perchè da sempre lo stesso premier ha garantito Gianfranco come il suo naturale successore. Diseredarlo? non credo che convenga, anche perchè la Lega ha un solo difetto, quello che certe volte, quando le conviene va veramente a sinistra senza fregarsene più de meno.

Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
 

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